Semaforo verde per Aston Martin Cygnet, citycar a peso d'oro
In produzione dal 2011, prezzi compresi tra 35.000 euro e 58.000 euro, ma meccanica di una normale Toyota iQ da 99 Cv. Il marchio inglese gioca la carta della cittadina di immagine.
Dimenticatevi le versioni Brabus da sempre in cima al listino Smart, accantonate anche Mini Cooper S e fate finta di non conoscere una urban-chic come Citroen DS3. Neppure la neo arrivata city car elettrica Citroen C-Zero la sua clientela radical chic possono reggere un simile “confronto monetario”. Il listino della prossima Aston Martin Cygnet partirà da 35.000 euro, salvo decollare velocemente ad oltre 50.000 attingendo dalla probabile e corposa lista di optional e gadget che poi sono la ragione stessa di questa vettura. Che ora è certo, si farà.
Ulrich Bez, amministratore delegato di Aston Martin ha ufficializzato con molta decisione che a partire dal 2011 lo stabilimento di Gaydon ospiterà le catene di “allestimento” della Cygnet, facendo bene attenzione a non utilizzare il termine “produzione”.
Del resto Cygnet è un concentrato di tuning estetico ai massimi livelli, non certo una vettura nuova, considerando che l'intera base meccanica è quella di una normale Toyota IQ, rispetto alla quale mantiene lo schema tecnico fin nei minimi particolari.
L'attenzione casomai è stata quella di scegliere nel listino IQ una versione con motorizzazione di una certa consistenza, ovvero la 1.3 benzina abbinata al cambio manuale a 6 marce o in opzione all’automatico Multidrive, ma comunque con una potenza di 99 Cv a 6.000 giri e consumi medi che si piazzano attorno ai 4,9 litri per 100 km.
Una vettura da 170 km orari che però interessa gli uomini di Ulrich Bez per un altro motivo: i grammi di CO2 emessi ogni mille metri sono appena 113 , ad una distanza siderale dalla più verde delle Aston Martin in commercio, la V8 Vantage Coupé e i suoi 328 gr/km.
Con i limiti sempre più stringenti imposti dall'Unione Europea, infatti,tutte le le Case automobilistiche saranno costrette a superare una “soglia media” di emissioni di Co2, e dunque la vera spiegazione per la Cygnet è politica, ma chiarissima: serve per rientrare nelle regole abbassando di molto la media degli altri modelli Aston Martin. “Non abbiamo alcuna intenzione di ridurre il potenziale delle nostre sportive per rispettare vincoli in tema di ecologia e impatto ambientale” conferma Ulrich Bez, e dunque il "Jolly" Cygnet viene calato al momento giusto, in non più di 4.000 esemplari l'anno che contribuiranno però a farne una specie di “fuoriserie post industriale”.
Accelerazione intatta rispetto alla IQ di serie , da 0 a 100 Km/h in 13 secondi, ma una taratura delle sospensioni e del servosterzo appena più consistente, un frontale esteticamente rivisitato e poi modifiche agli interni piuttosto radicali. L'abitacolo dovrebbe mantenere l'impostazione dei posti 3+1 vista su iQ, ma i rivestimenti in radica, carbonio o pelle e le impunture artigianali sposteranno il barometro verso il clima classico Aston Martin e di chi le guida. Per Ulrich Bez, la Cygnet è una “nuova forma di trasporto, quella dei pendolari di lusso”, aspettando magari che si concretizzi l'accordo tra la marca inglese e Mercedes di cui si vocifera da tempo. Nessuno si stupirebbe se il prossimo passo fosse una una Classe A elettrica marchiata Aston Martin.
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ImageShack.usX me se la faranno... solo dei pazzi possono spendere quella cifra x una macchina cosi!!
